venerdì 27 novembre 2009

CONSIGLIO COMUNALE 30 NOVEMBRE

ALL'ORDINE DEL GIORNO I SEGUENTI PUNTI:

-COMUNICAZIONI DEL SINDACO
-APPROVAZIONI VERBALI SEDUTE-PRECEDENTI
-RATIFICA VARIAZIONE AL BILANCIO:DELIBERA DI GIUNTA NUMERO 115/09
-VARIAZIONE DI ASSESTAMENTO GENERALE DEL BILANCIO DI PREVISIONE ANNO 2009
-NOMINA DELLA COMMISSIONE PER LA FORMAZIONE DEGLI ELENCHI DEI GIUDICI POPOLARI
-NOMINA DELLA COMMISSIONE PER LE PROBLEMATICHE LEGATE AGLI INVESTIMENTI, LAVORI PUBBLICI, PIANI DI SVILUPPO, ORGANIZZAZIONE EVENTI
-NOMINA DELLA COMMISSIONE PER LE PROBLEMATICHE AMMINISTRATIVE,BILANCIO E PERSONA

LA CITTADINANZA TUTTA E' INVITATA A PARTECIPARE

mercoledì 25 novembre 2009

25 NOVEMBRE, GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE: I PENSIERI DEGLI ASSESSORI LEPORE E PUCCI


“Oggi  25novembre si celebra la giornata nazionale contro la violenza sulle donne, sono tante le donne che subiscono delle atroci violenze, non solo fisiche, ma anche e soprattutto psicologiche.

Siamo nel 2009, ed è impensabile che ci siano ancora persone che si sentono in “DOVERE” di fare del male, non è così, non deve essere così, in primis perché noi  donne siamo degli essere umani e come tali dobbiamo essere trattate, il nostro essere donna deve essere rispettato, non dobbiamo abbassare la testa e non dobbiamo assolutamente chinarci a chi crede che ci può fare del male.
DONNE siamo orgogliose di questo nostro sesso, non lasciamoci manipolare e denunciamo con forza le violenze che subiamo, affinché tutti si possano rendere conto che siamo forti e che nessuno ci deve fare del male, ribelliamoci a questo stato di cose” ROSETTA LEPORE,assessore alle Politiche sociali e all’Ambiente del Comune di Aiello Calabro


“Sebbene ci sia un crescendo sul tema delle pari opportunità, pare che alcuni ostacoli continuino a ledere la figura femminile in diversi strati sociali. E la lesione alla donna quale essere umano è una dietrologia che bisogna annullare repentinamente. Violentare  mente e  corpo femminili non può che essere il segno di una follia da denunciare a partire dai banchi di scuola, passando per il posto di lavoro, le strade, fino a giungere tra le mura di casa. Il mio augurio è quello di diventare mamma e non dover parlare ai miei figli di paura solo perché si è donne” ELEONORA PUCCI, assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili di Aiello Calabro



lunedì 23 novembre 2009

AIELLO CALABRO E LA CGIL

“Ci sarà anche il Comune di Aiello Calabro alla manifestazione regionale promossa dalla Cgil calabrese per il 28 novembre prossimo a Cosenza”.
A renderlo noto è il sindaco, Franco Iacucci.
“Ci saremo e saremo in tanti –ha dichiarato Iacucci anche a nome dell’Esecutivo comunale – perché condividiamo totalmente le motivazioni che hanno spinto la Cgil regionale ad indire per il 28 novembre prossimo una giornata di lotta per le regioni del sud sul tema: “Lavoro, sviluppo, legalità al Mezzogiorno per dare un futuro all’Italia”. Saremo con la Calabria degli onesti, che non si rassegna, libera dal malaffare, dalle mafie e dai veleni, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, delle aziende in crisi, dei disoccupati, degli anziani, dei giovani e delle ragazze che cercano lavoro e non vogliono più abbandonare la propria terra”.
“Ci saremo –prosegue Iacucci- per chiedere che questa regione non debba mai più subire il linciaggio mediatico mortificante che ha subito e continua a subire sugli organi di informazione nazionali e locali che l’hanno descritta come la terra dei veleni e delle scorie.
Ci saremo per dire basta e per chiedere che i nostri operatori economici, i nostri agricoltori, decine e decine di famiglie oneste e perbene che vivevano di turismo, siano una volta per tutte risarcite dell’ingente danno subito”.
“Saremo in piazza –conclude Iacucci- per dire basta ad un Governo leghista ed antimeridionalista, che continua a sottrarre risorse alla Calabria e al Mezzogiorno per dirottarle altrove. Noi ci saremo, infine, per dire che il cambiamento è possibile e che anche in Calabria può cominciare una nuova stagione di sviluppo e di progresso”.

L'ASSOCIAZIONE CULTURALE ELETTRA AD AIELLO CALABRO


L’associazione culturale di Cosenza “ELETTRA” è stata, sabato 21 Novembre, ospite del Comune di Aiello Calabro. Capitanata dalla prof.ssa Anna Maria Crocco, una “squadra” nutrita di simpatici “turisti per caso”, è giunta in tarda mattinata in Piazza Municipio, accolta dalla quota rosa della giunta comunale, gli assessori Baldini, Lepore, Pucci. Dopo una breve visita nelle sale municipali, l’allegra combriccola è stata guidata verso l’azienda dolciaria Aloisio, dove il titolare ha potuto spiegare le fasi di lavorazione del fico , valorizzando la tradizione di famiglia e omaggiando di gustose prelibatezze gli ospiti.
Aperta, per l’occasione, la chiesetta di SS.Cosmo e Damiano, di cui sono state apprezzate la semplicità e la suggestiva piccola statua dell’Immacolata risalente agli inizi del secolo scorso, nonché l’affresco del pittore Aloisio.
Ulteriori posti da scoprire, tra la chiesa madre “casa” del Santo patrono San Geniale Martire, vicoli antichi, palazzi cinquecenteschi e scorci di un castello dominante, hanno condotto tutti verso un succulento pranzo nel ristorante tipico “’a Pidanna”, dove il gusto della tradizione calabrese e un accogliente e caldo ristoro, hanno destato gioia tra i commensali.
Una giornata semplice, alla ricerca della scoperta di un borgo antico, e la promessa di rivederci nella stagione del sole..


IL SINDACO IACUCCI RISPONDE ALL'UAAR DI COSENZA

“Non mi pare sia proprio il caso di “sbandierare il crocefisso” per scatenare guerre di religione o, peggio, per alimentare clericalismi politici interessati da parte di improvvisati e improbabili crociati, atei o credenti che siano”.
E’ quanto afferma il sindaco di Aiello Calabro, Franco Iacucci, in risposta all’Uaar (Unione Atei ed Agnostici razionalisti) di Cosenza che lo ha accusato di istigazione alla violazione della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, all’indomani della sua presa di posizione a favore dell’esposizione del crocifisso nelle scuole e nelle sedi istituzionali del proprio comune.

“La mia –prosegue Iacucci- non voleva e non vuole essere nè una crociata ideologica nè l’istigazione alla violazione di una legge, ma una serena e ferma difesa di una tradizione inalienabile che appartiene al sentimento laico della religiosità popolare della nostra regione, del nostro Paese e dell’intera Europa”.
“Quell’uomo inchiodato e morto sulla croce –prosegue il sindaco di Aiello Calabro- rappresenta, infatti, un fatto storico realmente accaduto. uno “scandalo”, sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione.
E’ un’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).
Per alcuni, come per Dostoevskij, è il figlio di Dio morto per gli uomini e che, come tale, non offende nessuno, purché ovviamente non si voglia inculcare a forza o subdolamente questa fede a chi non la condivide.
Per altri, come per Tolstoj o per Gandhi che non credevano alla sua divinità ma lo consideravano un simbolo, un volto universale dell’umanità, della sofferenza e della carità che la riscatta.
Per altri ancora quel crocifisso è avvolto dalla “pietas” dei sentimenti di generazioni.
Altri ancora possono essere del tutto indifferenti, ma difficilmente offesi.
Il laico Piero Calamandrei propose addirittura di affiggerlo nei tribunali non alle spalle ma davanti ai giudici, perché ricordasse loro le sofferenze e le ingiustizie inflitte ogni giorno a tanti innocenti Ciascuno di noi, non importa se laico o credente, si porta dentro l’impronta fortemente marcata del volto di Cristo”.
“Difendere la presenza di questo simbolo nelle scuole e in tutte le sedi istituzionali del mio comune ha significato, appunto –continua il Primo Cittadino di Aiello Calabro- difendere questi valori universali, che appartengono alla nostra cultura, alla nostra storia e alla nostra tradizione e che esaltano il valore della persona umana, della sua dignità, della sua libertà e della sua laicità. E che pertanto, come tali, non offendono nessuno. Sostenere il contrario sarebbe un pò come andare a vivere in Egitto e pretendere non solo o non tanto la piena libertà di esprimere e praticare i propri convincimenti religiosi, ma chiedere anche che siano tolti i simboli dell’Islam da tutti i pubblici uffici egiziani in quanto in quei simboli non ci si riconosce”.
“La difesa della laicità, cari amici dell’Uarr -conclude Franco Iacucci- esige, a mio parere, ben altre e più urgenti misure: primo tra tutti il rifiuto di finanziare le scuole private, cattoliche o no, e di parificarle a quella pubblica, come esortava anche il cattolicissimo e laicissimo Arturo Carlo Jemolo”

UAAR Cosenza replica a Iacucci

Non sappiamo cosa spinga un fantasioso amministratore pubblico a incoraggiare gli altri a porre un crocefisso nella propria stanza istituzionale e quindi a sfidare una sentenza della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Certo ci preoccupa l'atteggiamento di chi, come il Sindaco di Aiello Calabro Iacucci, confonde il ruolo istituzionale con quello privato suo personale, le proprie convinzioni con le motivazioni di una sentenza legittima emesse in nome dei diritti universali e la stanza del sindaco che insedia pro-tempore con quella di casa sua. Né il municipio né tantomeno le scuole sono case private, bensì sono case comuni di tutti i cittadini. Parallelamente la democrazia e il pluralismo passano dal rispetto delle minoranze e dai principi di ugualianza e di garanzia per diritti fondamentali della persona, tra cui il diritto al proprio credo. Secondo la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la presenza del crocefisso appeso nelle classi “potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso.... Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione” e, inoltre, questo costituirebbe “una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”.
Secondo il sedicente “laico” Iacucci, invece, il crocefisso "non è solo un simbolo religioso, ma rappresenta la nostra tradizione e, perciò, come tale, non può infastidire nessuno". Anche non condividendo, e non entrando nel merito della questione, rispettiamo il suo punto di vista, così come bisognerebbe rispettare il punto di vista di chiunque. Ma non possiamo accettare prese di posizioni che invitano di fatto a sfidare la legittima sentenza del più alto organismo europeo di tutela dei diritti fondamentali della persona.
C'È DA CHIEDERSI AMARAMENTE SE QUESTI FANTASIOSI “LAICI” SIANO CONSAPEVOLI DI VIVERE IN UNO STATO LAICO E DI DIRITTO O SE QUESTE LORO POSIZIONI, CHE SANNO TANTO DI QUEL MENEFREGHISMO E POPULISMO A CUI LA POLITICA CI HA ABITUATO, NON SIANO INVECE UNA INTOLLERABILE OFFESA ALLA COSTITUZIONE DEMOCRATICA, CHE IMPONE IL RISPETTO E NON LA VIOLAZIONE DELLE DECISIONI DEGLI ORGANISMI SOVRANAZIONALI QUALE È, APPUNTO, LA CORTE DI STRASBURGO.

La replica al Sindaco Iacucci da parte del circolo UAAR di Cosenza (Unione Atei Agnostici Razionalisti)

giovedì 19 novembre 2009

L'amministrazione di Aiello Calabro incontra i giovani


Altro appuntamento di dialogo, incontro, scambio di idee tra l'Amministrazione Comunale di Aiello Calabro e i giovani!


All'ordine del giorno:


- Definire i dettagli della Consulta Giovanile

- Ideare e organizzare la festa dell'Immacolata

- E chi più ne ha più ne metta!
 
 
 
Data: venerdì 20 novembre 2009


Ora: 19.00 - 21.00


Luogo: Casa delle Culture, ex Pretura

martedì 17 novembre 2009

IACUCCI E IL CROCIFISSO: PENSIERI LAICI NEL RISPETTO DELLA TRADIZIONE


Comunicato Stampa: “Nelle scuole e negli edifici pubblici del Comune di Aiello Calabro il Crocifisso non verrà tolto”.E’ quanto ha dichiarato il sindaco di Aiello, Franco Iacucci, il quale ha deciso di mantenere il crocifisso nelle aule delle scuole ed in tutti gli edifici pubblici del suo Comune in segno di massimo rispetto dei fondamentali valori civili e culturali dell’intera comunità nazionale e locale”.“Affermo questo –ha proseguito Iacucci- da laico convinto, poiché il crocifisso, a mio parere, non intacca minimamente i principi di laicità dello Stato. Esso, infatti non è solo un simbolo religioso, ma rappresenta la nostra tradizione e, perciò, come tale, non può infastidire nessuno. La sua presenza in classe non significa adesione al Cattolicesimo, ma la nostra storia, la tradizione. Le radici dell’Italia, le radici della Calabria e dei nostri piccoli e grandi comuni passano anche attraverso simboli, cancellando i quali si cancella una parte di noi stessi. Purtroppo quest’Europa, che non valorizza il passato dei Paesi ma annichilisce tutto in nome della laicità. desta grande preoccupazione”.“Anche io, che provengo da una tradizione comunista e che non ho la fortuna di avere fede -conclude Iacucci- metterò il crocifisso nella mia stanza e incoraggerò anche altri a farlo”.Aiello Calabro,

sabato 14 novembre 2009

STORIA DI UN AMORE DIFFICILE

Questa è la storia di un amore. Solo per questo, non dovrebbè essere difficile. Eppure, le sue dinamiche, i suoi personaggi, le sue trame trainano un carro di lacrime, urla, incomprensioni che non pensavi potessero disturbarne l'idillio.

C'era una volta una coincidenza,

che fece unire due giovani spiriti belli e diversi. Il mondo era come cullato dai loro sguardi dalle poche parole ed era stranamente fermo all'incrocio dei loro sussulti di passione. Una realtà, questa, bella e continua, che veniva interrotta dalla sporadica prepotenza di una e dai molteplici interessi personali dell'altro. Il duro carattere di lei, incorniciato da possessiva voglia permanente di lui, non trovava corrispondenza e spazio nei piaceri ludici e sciocchi della controparte.
Allora la serenità inizio a scemare e il noi "concreto", fatto di carne e respiri, diventò un miraggio da deserto. La voglia di cambiare il mutabile era, da una parte, annegata in mare, cosi' che tutto sembrava andare bene senza vedere, negli occhi dell'altra, la tristezza di un cuore, nei fatti, molto solo. E non serviva più implorare, perchè si era tanto sordi quanto fintamente pronti a rimediare il tutto quando invece era troppo tardi...

venerdì 13 novembre 2009

Un NemIco PuBblico Si sceGliE?????

mercoledì 11 novembre 2009

Ad AIELLO CALABRO prevenire è meglio che curare!


AIELLO CALABRO (COSENZA), 10 NOV - L'Amministrazione comunale di Aiello Calabro ha promosso un'iniziativa di prevenzione nelle scuole sull'influenza A. Lo ha fatto attraverso un depliant dal titolo ''Influenza A: quanto prevenire e' meglio che curare'' in cui si spiegano a bambini, ragazzi, genitori ed insegnanti tutte le informazioni dirette a contrastare e conoscere il virus suino, attraverso le regole e le azioni prescritte dall'Organizzazione mondiale della sanita'). Alla presenza, tra gli altri, del sindaco, Francesco Iacucci, e della dirigente scolastica dell'istituto comprensivo di Aiello Calabro, professoressa Policicchio, la dottoressa D'Ascola, responsabile Igiene e sanita' del Distretto di Amantea, nella scuola primaria ed in quella dell'infanzia, ha spiegato dal punto di vista medico-scientifico le cause dell'influenza. ''L'incontro - e' detto in un comunicato - si e' concluso con un proficuo 'question-time' da parte degli allievi dell'istituto, i quali hanno dimostrato sensibilita' alla problematica e serieta' nella partecipazione. L'Amministrazione comunale ha infine distribuito, gratuitamente, agli alunni un flaconcino igienizzante antibatterico senza risciacquo''

lunedì 9 novembre 2009

CONSIGLIO COMUNALE-AIELLO CALABRO

COMUNICATO STAMPA FLASH - amministrazione comunale










Convocato Consiglio Comunale Straordinario per Mercoledi 11 Ottobre, ore 9:00, presso sala consiliare ex-pretura.



L'ordine del giorno verte su argomenti inerenti alla Forestazione ed al P.S.R. (Piano Strutturale Rurale).

giovedì 5 novembre 2009

Via il Crocefisso. AMEN!


"La presenza del crocefisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastiche - si legge nella sentenza dei giudici di Strasburgo - potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso. Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione». Tutto questo, proseguono, «potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose o sono atei». Ancora, la Corte «non è in grado di comprendere come l'esposizione, nelle classi delle scuole statali, di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una società democratica così come è stata concepita dalla Convenzione europea dei diritti umani, un pluralismo che è riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana". [Fonte: http://www.corriere.it/]



Questa la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo.

Leggo, rileggo, ascolto le opinioni via radio, tv, satellite, carta stampata, fidanzato, amici, famiglia. In percentuale, almeno tra gli ultimi citati, sembra parlarsi di idiozia nel togliere un simbolo cosi entrato nell'immaginario collettivo (religiosi,fedeli e non, volendo o nolendo) come la Croce.

Io non ritengo una sentenza sbagliata quella di Strasburgo, perchè il tempo ci sta insegnando che in Italia non siamo poi tutti italiani ormai. Trovi un senegalese in posta, un marocchino dal droghiere, un arabo come compagno di banco di tuo figlio. E, probabilmente, "quel" simbolo tanto incriminato potrebbe indirizzare verso una forma mentis religiosa ben precisa in un luogo - la scuola - che dovrebbe distinguersi per equità ed eguaglianza sociale più che altri.

D'altro canto, però, io che con quel simbolo ci sono cresciuta, ritengo di dover precisare il fatto che il Crocefisso appartiene, forgia, identifica in grandissima parte quella che è la nostra cultura, religiosa e non solo, che dovrebbe essere preservata a prescindere dal flusso sempre più entrante di globalizzazioni a "convenienza". E' errato, a parer mio, cancellare le radici per un esasperato rispetto dei simboli. Semmai, si inizi ad insegnare la materia LE RELIGIONI, a scuola, e non trasformare quell'ora vergognosamente pagata con tanto di stipendio, in una succursale del catechismo del sabato pomeriggio. Si insegni a far capire la diversità delle religioni nel mondo, la tolleranza tra esse, a far vedere che proprio tra i banchi di scuola il senso del dialogo multietnico possa essere di grande lezione e di grande comprensione di quella grande Europa cui tutti apparteniamo.

Una semplice Lettera


Care Ragazze, cari Ragazzi,

questa sera mi va di buttare giù due parole da rivolgere a voi, quindi prendete questa semplice lettera quasi come fosse una pagina strappata di un diario del tutto personale.

Alle 18:00, nella Chiesa di S.Maria, si era in tanti per ricordare Claudio. Un ragazzo che non era mio amico, solo un conoscente. Ma era un ragazzo. Come me. Come tanti. Come voi.

Tra tanti fiori bianchi, al centro della Chiesa stasera il suo viso, bello, angelico. Come se fosse davvero lì a presenziare la cerimonia. Le lacrime scorrevano sui visi di molti, e io ripercorrevo tra la mischia e tra i volti di moltissimi giovani presenti, quella che immaginavo fosse la sua vita. Avevo pochi elementi per farlo, ma sapevo che il lavoro lo nobilitava, giorno dopo giorno, fino a "quel" giorno infame, che lo ha strappato nel pieno del suo sorriso e delle sue aspettative.

Ed ho pensato che ero piena di orgoglio se stavo li, oggi, ad onorare un giovanissimo lavoratore morto per colpa di un motore, di una strada, di un destino molto amaro.

Ritornando a casa piangevo, riflettevo sulla massiccia presenza dei molto giovani amici e conoscenti di Claudio e, esattamente come sto facendo ora, dedicavo ogni fotogramma che passava nella mia mente a quanti sacrifici bisogna compiere per costruire un futuro dignitoso ad un uomo all'alba della sua maturità. Ho proprio sentito l'odore del sudore di un giovane uomo che non è potuto più rientrare a casa sua. Ho nutrito uno smisurato rispetto per lui.

Sono grata a Claudio per avere provato ciò.

Grazie.

Ciao.

lunedì 2 novembre 2009

Dichiarazione Sindaco Di Aiello Calabro, Franco Iacucci

COMUNE
DI
AIELLO CALABRO

Comunicato Stampa

«Comprare dei libri non è reato, ma né io, né il mio Comune abbiamo mai acquistato copie del libro della brigatista Barbara Balzarani, intitolato “Perché io e non tu”.
E’ questa la secca smentita di Franco Iacucci, sindaco di Aiello Calabro, a Lorenzo Conti, il figlio del sindaco di Firenze, Lando, assassinato dalla Br-Pcc il 10 febbraio 1986, che pochi giorni fa, ha annunciato di aver presentato un esposto alla Corte dei Conti contro il sindaco Iacucci che nel mese di agosto scorso ha promosso una manifestazione culturale per presentare un libro della Balzarani.
“I volumi, una quarantina –aggiunge Iacucci- sono stati acquistati dai cittadini che hanno preso parte a quel convegno. La manifestazione, molto partecipata e apprezzata, è costata solo 345,00 euro. Barbara Balzerani e il suo compagno si sono pagati da soli il viaggio in seconda classe in treno. Il Comune li ha solo ospitati per due notti e alla fine è stata organizzata una semplice cena con i relatori, così come si fa sempre in queste occasioni”.
“Su questa storia –prosegue il sindaco di Aiello Calabro- Lorenzo Conti probabilmente è stato male informato e, pertanto, ha detto tante mezze verità che hanno stravolto i fatti, sia in relazione alle finalità del convegno, sia in merito al mio pensiero sul tema oggetto di dibattito. Abbiamo voluto presentare un libro che, piaccia o no, configura uno spaccato di vita italiana, ma il sottoscritto non ha mai detto che quel libro è “uno strumento didattico da consigliare”. Conti ha messo un punto dove c’era una virgola. Io, infatti, ho detto testualmente: “E’ uno strumento didattico da consigliare se letto con una adeguata conoscenza della storia degli anni ’70, perchè descrive in modo più preciso e articolato cosa ha determinato i comportamenti violenti degli ex brigatisti rossi”. E ancora, l’ho definito “un efficace deterrente verso quanti, animati da voglia di cambiare, rischiano di sconfinare in azioni violente e negative...”. Ecco qual era il mio pensiero. Io le Brigate rosse le ho sempre combattute e detestate. In quegli anni ero iscritto al Pci, ero studente universitario a Roma ed ero su posizioni opposte a quelle delle Br. Noi comunisti, la Cgil e la Dc eravamo odiati, eravamo i nemici numero uno delle Br. Quindi non ho alcun motivo di giustificare o difendere quello che hanno fatto i terroristi”.
“Ho detto, infine –conclude Iacucci- che “chi dimentica la storia è condannato a ripeterla....” aggiungendo che “l’autrice è consapevole di presentarsi sotto le vesti di un eroe negativo....” Quindi, come si vede, le “mezze frasi” riprese da Conti hanno stravolto il senso del mio pensiero e il significato di quell’evento. Il messaggio era tutt’altro e non quello di esaltare le Br. Con quel convegno sono infatti riuscito a far dire ad una ex brigatista che quelle loro azioni sono la risposta più sbagliata che potevano dare. Per quanto mi riguarda, dunque, chiudo questa polemica fondata su malintesi ed equivoci, che non voglio credere e nemmeno pensare siano dettati da malafede, affermando con orgoglio di essere sempre stato un uomo dello Stato, grande difensore delle istituzioni democratiche e della nostra Costituzione e di non aver mai condiviso o esaltato azioni o gruppi terroristici”.
Franco Iacucci
Sindaco di Aiello Calabro

domenica 1 novembre 2009

L'ARTISTA INTOCCABILE?NON PENSO PROPRIO


Sono sempre stata dell'idea che chiunque creasse arte non avrebbe avuto il bisogno di declamare la natura del proprio estro, evidenziare una professione che - tra molte - è quella che probabilmente mantiene il fascino di una bellezza discutibile ma frutto dell'emozione umana.

Per questo non guardo di buon occhio chi si traccia la strada dell'intoccabilità solo perchè appartiene ad una categoria lontana dal comune, senza considerare l'aspetto magico della cosa e sopravvalutando l'arroganza di pretendere ad oltranza. Con la "pretesa" mi riferisco anche alla volgarità ed alla maleducazione nel rivolgersi con un savoir faire di bassa lega anche - e non solo - alla categoria femminile, esigendo, quindi, un sorriso (per non andare oltre), barattato con qualche tratto di plastica.

L'arte, quella vera però, forse è l'unica che può permettersi di "parlare" senza parole. Quindi, se proprio queste si vogliono usare, che lo si faccia in maniera pulita, senza innalzarsi sul piano della non-sense intoccabilità.