martedì 13 aprile 2010

SE NON SONO GIGLI, SONO PUR SEMPRE FIGLI VITTIME DI QUESTO MONDO

di CARLO GIARDINO

In un'epoca in cui molti, troppi, lottano contro malattie gravi come il tumore, facendo di tutto per rimanere in vita, per conservare questo dono prezioso che è la vita, questo stesso valore viene messo in secondo piano dalle stesse persone.


La nostra Italia perde ogni giorno dei lavoratori, vittime della mancata sicurezza sui luoghi di lavoro, una buona percentuale dei lavoratori la mattina si alza e va a rischiare la propria vita, spesso per salari bassissimi, lavorando “in nero”, e sempre perché mancano le condizioni di sicurezza adatte a lavorare. La cosa grave è che giornali e TV non riportano i dati, le percentuali e le notizie sulle morti bianche; ci sono quelli che vengono nominati poiché sono “schiavi” di imprese di grosse dimensioni e quindi è impossibile non fare notizia ma ci sono quelli che se ne vanno silenziosamente senza neanche essere nominati. Caserta, Trieste, Teramo, Genova, Milano, Torino, per non parlare del lavoratori schiavi nelle campagne veronesi,calabresi e siciliane dove migliaia di persone si alzano la mattina x andarsi a guadagnare il pane e sperano di non ritornare con qualche frattura o addirittura di non tornare proprio. Questo è un vero e proprio scandalo x il nostro paese, che ci lusinga ed esalta chiamarlo “OCCIDENTALE” ma che di occidentale ha ben poco. In un Paese come il nostro, condizionato da una idea robusta di sicurezza sociale sviluppatasi nel secondo dopoguerra, che conferisce centralità alla persona umana, è sconfortante ammettere che si può ancora morire di lavoro.

Qui non è un problema di norme, ma bensì di cultura. La tutela della salute e sicurezza nell'ambiente di lavoro, la prevenzione e la gestione dei rischi sono tutti elementi che devono essere condivisi dalle imprese e dai lavoratori mediante una solida campagna di prevenzione e di alfabetizzazione culturale. Questo problema non si limita solamente alla piccola Italia; Nel nostro continente si verifica UNA MORTE SULA LAVORO OGNI TRE MINUTI, mentre ci stiamo alzando qualcuno sta già morendo, mentre ci rechiamo a lavoro, magari dietro una comoda scrivania altre decine di persone in Europa muoiono, per non parlare dell’intera giornata.

Bisogna innanzitutto stare attenti a non commettere il grave errore di abituarsi a questi tragici accadimenti e di giungere perfino alla terribile conclusione che essi rientrino “nell’ala normale” del rapporto di lavoro.

Il governo deve cambi rotta e tutelare lavoratori. La sicurezza sui luoghi di lavoro dovrebbe rappresentare per l'agenda di chi guida il Paese una priorità. Non mi sembra che l'attuale governo stia lavorando in questa direzione, infatti poco meno di un anno fa ha modificato le norme in tema di sicurezza sul lavoro alleggerendo le pene e le sanzioni per le imprese che violano le regole, riducendo drasticamente le responsabilità oggettive del management fino ad attribuirle esclusivamente ai funzionari incaricati o addirittura ai lavoratori stessi, e soprattutto diminuendo drasticamente la tutela dei dipendenti delle imprese in appalto e subappalto; Non è certo questo il modo per garantire a quanti lavorano nel nostro Paese la sicurezza che meritano e che la nostra Costituzione sancisce in modo esplicito.

Non si può smettere di parlarne, non si può far finta che tutto questo non accada, non si deve dimenticare chi è morto mentre lavorava per vivere decorosamente e onestamente. Non si possono accantonare i valori del lavoro, dell’onestà, fingendo che sia normale, dicendo che “capita”.

Bisogna lottare! In ginocchio mai!!! Onda su onda, chi non lotta affonda!
Carlo GIARDINO