lunedì 23 novembre 2009

AIELLO CALABRO E LA CGIL

“Ci sarà anche il Comune di Aiello Calabro alla manifestazione regionale promossa dalla Cgil calabrese per il 28 novembre prossimo a Cosenza”.
A renderlo noto è il sindaco, Franco Iacucci.
“Ci saremo e saremo in tanti –ha dichiarato Iacucci anche a nome dell’Esecutivo comunale – perché condividiamo totalmente le motivazioni che hanno spinto la Cgil regionale ad indire per il 28 novembre prossimo una giornata di lotta per le regioni del sud sul tema: “Lavoro, sviluppo, legalità al Mezzogiorno per dare un futuro all’Italia”. Saremo con la Calabria degli onesti, che non si rassegna, libera dal malaffare, dalle mafie e dai veleni, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, delle aziende in crisi, dei disoccupati, degli anziani, dei giovani e delle ragazze che cercano lavoro e non vogliono più abbandonare la propria terra”.
“Ci saremo –prosegue Iacucci- per chiedere che questa regione non debba mai più subire il linciaggio mediatico mortificante che ha subito e continua a subire sugli organi di informazione nazionali e locali che l’hanno descritta come la terra dei veleni e delle scorie.
Ci saremo per dire basta e per chiedere che i nostri operatori economici, i nostri agricoltori, decine e decine di famiglie oneste e perbene che vivevano di turismo, siano una volta per tutte risarcite dell’ingente danno subito”.
“Saremo in piazza –conclude Iacucci- per dire basta ad un Governo leghista ed antimeridionalista, che continua a sottrarre risorse alla Calabria e al Mezzogiorno per dirottarle altrove. Noi ci saremo, infine, per dire che il cambiamento è possibile e che anche in Calabria può cominciare una nuova stagione di sviluppo e di progresso”.

L'ASSOCIAZIONE CULTURALE ELETTRA AD AIELLO CALABRO


L’associazione culturale di Cosenza “ELETTRA” è stata, sabato 21 Novembre, ospite del Comune di Aiello Calabro. Capitanata dalla prof.ssa Anna Maria Crocco, una “squadra” nutrita di simpatici “turisti per caso”, è giunta in tarda mattinata in Piazza Municipio, accolta dalla quota rosa della giunta comunale, gli assessori Baldini, Lepore, Pucci. Dopo una breve visita nelle sale municipali, l’allegra combriccola è stata guidata verso l’azienda dolciaria Aloisio, dove il titolare ha potuto spiegare le fasi di lavorazione del fico , valorizzando la tradizione di famiglia e omaggiando di gustose prelibatezze gli ospiti.
Aperta, per l’occasione, la chiesetta di SS.Cosmo e Damiano, di cui sono state apprezzate la semplicità e la suggestiva piccola statua dell’Immacolata risalente agli inizi del secolo scorso, nonché l’affresco del pittore Aloisio.
Ulteriori posti da scoprire, tra la chiesa madre “casa” del Santo patrono San Geniale Martire, vicoli antichi, palazzi cinquecenteschi e scorci di un castello dominante, hanno condotto tutti verso un succulento pranzo nel ristorante tipico “’a Pidanna”, dove il gusto della tradizione calabrese e un accogliente e caldo ristoro, hanno destato gioia tra i commensali.
Una giornata semplice, alla ricerca della scoperta di un borgo antico, e la promessa di rivederci nella stagione del sole..


IL SINDACO IACUCCI RISPONDE ALL'UAAR DI COSENZA

“Non mi pare sia proprio il caso di “sbandierare il crocefisso” per scatenare guerre di religione o, peggio, per alimentare clericalismi politici interessati da parte di improvvisati e improbabili crociati, atei o credenti che siano”.
E’ quanto afferma il sindaco di Aiello Calabro, Franco Iacucci, in risposta all’Uaar (Unione Atei ed Agnostici razionalisti) di Cosenza che lo ha accusato di istigazione alla violazione della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, all’indomani della sua presa di posizione a favore dell’esposizione del crocifisso nelle scuole e nelle sedi istituzionali del proprio comune.

“La mia –prosegue Iacucci- non voleva e non vuole essere nè una crociata ideologica nè l’istigazione alla violazione di una legge, ma una serena e ferma difesa di una tradizione inalienabile che appartiene al sentimento laico della religiosità popolare della nostra regione, del nostro Paese e dell’intera Europa”.
“Quell’uomo inchiodato e morto sulla croce –prosegue il sindaco di Aiello Calabro- rappresenta, infatti, un fatto storico realmente accaduto. uno “scandalo”, sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione.
E’ un’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).
Per alcuni, come per Dostoevskij, è il figlio di Dio morto per gli uomini e che, come tale, non offende nessuno, purché ovviamente non si voglia inculcare a forza o subdolamente questa fede a chi non la condivide.
Per altri, come per Tolstoj o per Gandhi che non credevano alla sua divinità ma lo consideravano un simbolo, un volto universale dell’umanità, della sofferenza e della carità che la riscatta.
Per altri ancora quel crocifisso è avvolto dalla “pietas” dei sentimenti di generazioni.
Altri ancora possono essere del tutto indifferenti, ma difficilmente offesi.
Il laico Piero Calamandrei propose addirittura di affiggerlo nei tribunali non alle spalle ma davanti ai giudici, perché ricordasse loro le sofferenze e le ingiustizie inflitte ogni giorno a tanti innocenti Ciascuno di noi, non importa se laico o credente, si porta dentro l’impronta fortemente marcata del volto di Cristo”.
“Difendere la presenza di questo simbolo nelle scuole e in tutte le sedi istituzionali del mio comune ha significato, appunto –continua il Primo Cittadino di Aiello Calabro- difendere questi valori universali, che appartengono alla nostra cultura, alla nostra storia e alla nostra tradizione e che esaltano il valore della persona umana, della sua dignità, della sua libertà e della sua laicità. E che pertanto, come tali, non offendono nessuno. Sostenere il contrario sarebbe un pò come andare a vivere in Egitto e pretendere non solo o non tanto la piena libertà di esprimere e praticare i propri convincimenti religiosi, ma chiedere anche che siano tolti i simboli dell’Islam da tutti i pubblici uffici egiziani in quanto in quei simboli non ci si riconosce”.
“La difesa della laicità, cari amici dell’Uarr -conclude Franco Iacucci- esige, a mio parere, ben altre e più urgenti misure: primo tra tutti il rifiuto di finanziare le scuole private, cattoliche o no, e di parificarle a quella pubblica, come esortava anche il cattolicissimo e laicissimo Arturo Carlo Jemolo”

UAAR Cosenza replica a Iacucci

Non sappiamo cosa spinga un fantasioso amministratore pubblico a incoraggiare gli altri a porre un crocefisso nella propria stanza istituzionale e quindi a sfidare una sentenza della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Certo ci preoccupa l'atteggiamento di chi, come il Sindaco di Aiello Calabro Iacucci, confonde il ruolo istituzionale con quello privato suo personale, le proprie convinzioni con le motivazioni di una sentenza legittima emesse in nome dei diritti universali e la stanza del sindaco che insedia pro-tempore con quella di casa sua. Né il municipio né tantomeno le scuole sono case private, bensì sono case comuni di tutti i cittadini. Parallelamente la democrazia e il pluralismo passano dal rispetto delle minoranze e dai principi di ugualianza e di garanzia per diritti fondamentali della persona, tra cui il diritto al proprio credo. Secondo la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la presenza del crocefisso appeso nelle classi “potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso.... Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione” e, inoltre, questo costituirebbe “una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”.
Secondo il sedicente “laico” Iacucci, invece, il crocefisso "non è solo un simbolo religioso, ma rappresenta la nostra tradizione e, perciò, come tale, non può infastidire nessuno". Anche non condividendo, e non entrando nel merito della questione, rispettiamo il suo punto di vista, così come bisognerebbe rispettare il punto di vista di chiunque. Ma non possiamo accettare prese di posizioni che invitano di fatto a sfidare la legittima sentenza del più alto organismo europeo di tutela dei diritti fondamentali della persona.
C'È DA CHIEDERSI AMARAMENTE SE QUESTI FANTASIOSI “LAICI” SIANO CONSAPEVOLI DI VIVERE IN UNO STATO LAICO E DI DIRITTO O SE QUESTE LORO POSIZIONI, CHE SANNO TANTO DI QUEL MENEFREGHISMO E POPULISMO A CUI LA POLITICA CI HA ABITUATO, NON SIANO INVECE UNA INTOLLERABILE OFFESA ALLA COSTITUZIONE DEMOCRATICA, CHE IMPONE IL RISPETTO E NON LA VIOLAZIONE DELLE DECISIONI DEGLI ORGANISMI SOVRANAZIONALI QUALE È, APPUNTO, LA CORTE DI STRASBURGO.

La replica al Sindaco Iacucci da parte del circolo UAAR di Cosenza (Unione Atei Agnostici Razionalisti)